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CCNA Discovery 1 - Capitolo 1: ridondanza dei dischi e sistemi raid 14 Anni 6 Mesi fa #1

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Prendo spunto da quanto chiesto da Damiano a lezione per chiarire alcuni semplici aspetti sui sistemi di ridondanza dei dischi RAID (Redundant Array of Independent Disks), cito direttamente da Wikipedia che propone un articolo davvero ben scritto sull'argomento it.wikipedia.org/wiki/RAID :

RAID 0
Il sistema RAID 0 divide i dati equamente tra due o più dischi con nessuna informazione di parità o ridondanza

RAID 1
Il sistema RAID 1 crea una copia esatta (mirror) di tutti i dati su due o più dischi.

RAID 5
Un sistema RAID 5 usa una divisione dei dati a livello di blocco con i dati di parità distribuiti tra tutti i dischi appartenenti al RAID. Questa è una delle implementazioni più popolari, sia in hardware che in software.

A differenza di questi sistemi, effettuare una copia speculare di un disco una o due volte al giorno non ha nulla a che fare con sistemi RAID, ma è una tecnica di ridondanza dei dati che può avere senso in un ambiente SOHO (Small Office Home Office) con basso budget.

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Capitolo 1: ridondanza dei dischi e sistemi raid 14 Anni 6 Mesi fa #2

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Ciao Virgilio,

leggevo le precisazioni sul link di Wikipedia che hai riportato sul forum. Che differenza c'è tra divisione dati a livello di blocchi (raid 1 o raid 4) e a livello di bit (raid 2 o raid 3)? Provo a dare una mia risposta: essenzialmente la differenza è che mentre nei primi due casi tutto ciò che scrivo su un disco lo vado a scrivere anche sugli altri, nel secondo caso scrivo informazioni differenti contemporaneamente su tutti i dischi e mi lascio un disco di parità per recuperare le informazioni tramite ad es. codice di Hamming in caso di guasto. Ovviamente il raid 1 e il raid 4 mi permettono di lavorare in maniera separata con il singolo disco, quindi mi danno maggiore velocità?

Grazie,

Damiano.

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Capitolo 1: ridondanza dei dischi e sistemi raid 14 Anni 6 Mesi fa #3

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Dunque per comprendere la divisione a livello di blocco bisogna tener conto dell'organizzazione della memoria su dischi rigidi (cito anche qui wikipedia ):

Piatto
un disco rigido si compone di uno o più dischi paralleli, di cui ogni superficie, detta "piatto" e identificata da un numero univoco, è destinata alla memorizzazione dei dati.

Traccia
ogni piatto si compone di numerosi anelli concentrici numerati, detti tracce, ciascuna identificata da un numero univoco.

Cilindro
l'insieme di tracce alla stessa distanza dal centro presenti su tutti i dischi è detto cilindro. Corrisponde a tutte le tracce aventi il medesimo numero, ma diverso piatto.

Settore

ogni piatto è suddiviso in settori circolari, ovvero in "spicchi" radiali uguali ciascuno identificato da un numero univoco.

Blocco
L'insieme di settori posti nella stessa posizione in tutti i piatti.

Testina
Su ogni piatto è presente una testina per accedere in scrittura o in lettura ai dati memorizzati sul piatto; la posizione di tale testina è solidale con tutte le altre sugli altri piatti. In altre parole, se una testina è posizionata sopra una traccia, tutte le testine saranno posizionate nel cilindro a cui la traccia appartiene.

Questa struttura introduce una geometria fisica del disco che consta in una serie di "coordinate" CHS, esprimibili indicando cilindro, testina, settore. In questo modo è possibile indirizzare univocamente ciascun blocco di dati presente sul disco. Ad esempio, se un disco rigido si compone di 2 dischi (o equivalentemente 4 piatti), 16384 cilindri (o equivalentemente 16.384 tracce per piatto) e 16 settori di 4096 byte per traccia, allora la capacità del disco sarà di 4×16384×16×4096 byte, ovvero 4 GiB.

Il fattore di interleaving è il numero dei settori del disco rigido che si deve saltare per leggere consecutivamente tutti quelli della traccia. Ciò dipende strettamente dalle caratteristiche prestazionali del disco rigido stesso, cioè dalla velocità di rotazione del disco, dal movimento dei seekers con le relative testine e dalla velocità di lettura-scrittura della stessa testina.

Tale processo è stato introdotto poiché inizialmente le cpu, che ricevevano e rielaboravano i dati letti, compivano queste azione ad una velocità inferiore della velocità di lettura/scrittura sul disco rigido, quindi, una volta rielaborati i dati provenienti da un settore, la testina si troverebbe già oltre l'inizio del settore successivo. Alternando i settori in modo regolare e leggendoli secondo lo specifico interleaving factor, si velocizzava il disco rigido e il calcolatore. I moderni dischi rigidi non necessitano di interleaving.

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