Un giorno ho incontrato due amici di nome Marco e Jody che avendo saputo che sono laureato in geologia, mi hanno invitato a scalare una montagna, ma non una montagna normale, una molto particolare, che non si trova in nessun libro di geologia e in nessuna carta geografica. Incuriosito ho chiesto ad entrambi di che montagna si trattasse. Mi hanno parlato di una montagna a sette strati che si trova nella catena del Network chiamata ISO/OSI. Non ne avevo mai sentito parlare e spinto dalla curiosità ci siamo dati appuntamento un martedì sera per cominciare l'avventura. Arrivato il gran giorno mi sono presentato nel luogo definito, ma Jody e Marco mi hanno detto che prima di partire era necessario compilare alcuni documenti e mi hanno indirizzato da un tipo di nome Claudio che mi avrebbe aiutato. Quest'ultimo è stato di una gentilezza imbarazzante, mi ha preparato tutti i documenti necessari in pochi secondi permettendomi di cominciare la scalata il giorno stesso. Tornato da Jody e Marco abbiamo cominciato la scalata.
La prima parte della montagna aveva uno strano nome (physical) dove potevi trovare rocce o di un tipo (chiamate 1) o di un altro (chiamate 0) ma che tutti chiamano indistintamente bit. Non è stato difficile scalare questa prima parte della montagna anche se senza l'aiuto di Marco e Jody non ce l'avrei mai fatta.
Siamo arrivati al secondo strato della montagna chiamato Data Link. E' stato piuttosto difficile capire dove terminava la prima parte e cominciava la seconda ma sempre con l'aiuto di Marco e Jody sono riuscito a superare anche questa difficoltà. Soprattutto poi, ero carico come un uovo perchè mi avevavo detto che avrei dovuto portare due pesi: uno davanti chiamato Header e uno dietro chiamato trailer. Non potete immaginare la fatica che ho fatto a scalare questo strato con due pesi addosso. Considerate poi che Marco e Jody mi descrivevano cm per cm tutto quello che vedevamo. E' stato lo strato più difficile da scalare!
Arrivati su nel terzo strato immediamente nella linea di confine, si sono letteralmente volatilizzati i pesi che avevo davanti e dietro e mi è apparso un paesaggio meraviglioso dallo strano nome: subnetting. Qui mi sono veramente divertito, senza dubbio la parte più bella della montagna. Marco e Jody si sono così impegnati a decrivermi il paesaggio in queste zone che me ne sono quasi innamorato. Ancora adesso ci penso e non vedo l'ora di tornarci.
Siamo saliti ancora un po' verso il quarto dei sette strati previsti. Qui il paesaggio era caratterizzato da due tipi di roccia chiamate TCP e UDP. Marco e Jody mi hanno consigliato di piantare i chiodi sempre nella roccia TCP perchè più affidabile. Inoltre mi hanno detto che se avessi commesso degli errori la roccia mi avrebbe aiutato a risolverli. Certamente anche piantare chiodi nella roccia UDP non sarebbe stato sbagliato perchè, mi hanno riferito, che anche se inaffidabile altri si sarebbero occupati della mia sicurezza e comunque la UDP avrebbe fatto di tutto per non farmi cadere (best effort).
Nel quinto strato ho cominciato ad essere molto stanco. Mi si chiudevano gli occhi ogni due secondi ma il paesaggio lassù se ne accorgeva e mi dava di tanto in tanto una scrollata mantenendo viva la mia attenzione.
Arrivati al sesto strato Marco e Jody mi hanno informato che in quei posti c'erano numerosi malviventi e quindi di fare molta attenzione. Mi hanno consigliato di nascondere tutto quello che avevo o perlomeno di renderlo irriconoscibile per non invogliare i malviventi a prendersi qualcosa. Io ho ficcato tutte le cose che avevo in un unico sacco e le ho compresse all'inverosimile.
Non ci potevo credere: il prossimo strato sarebbe stato l'ultimo! Quando sono arrivato mi è subito sembrato di averlo già visto. Poi ho parlato con tanti amici e anche loro mi hanno assicurato di esserci già stati lassù. C'è però un unico mezzo per arrivarci: una specie di funivia che ti porta senza che tu faccia fatica a patto di mettere un cappuccio in testa e non vedere i primi sei strati. Così hanno fatto tutti i miei amici e così avevo fatto io!
Ora che sono in cima alla montagna ringrazio Marco e Jody di avermi accompagnato fino a quassù evitandomi la funivia e permettendomi di vedere cosa la natura ha creato negli anni. In nessun libro di geologia ho mai studiato montagne così affascinanti. I miei due Virgilio sempre accanto a me mi hanno consigliato la fatica piuttosto che la via breve in funivia e per questo non smetterò mai di ringraziarli.
Sfiniti ma felici ci siamo abbracciati "E quindi uscimmo a riveder le stelle"
